L’Aquila | Chiesa di S. Silvestro

RESTAURO E ADEGUAMENTO SISMICO DEL ROSONE IN PIETRA

Committente: Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio dell’Abruzzo
Periodo di esecuzione: 2004
Il rosone della facciata fa eco al vasto ingresso dell’ordine inferiore. È decorato alla maniera gotica intorno alla mostra mentre il telaio a raggiera, simile ad altri presenti all’Aquila e probabilmente a questi coevo, è un esempio del secondo trecento (la facciata e la zona presbiteriale sono posteriori al terremoto del 1349). Si ritiene che il perno della ruota (il centro del rosone) sia un rifacimento successivo, vista la decorazione con ovuli e dentelli della tradizione classica del ‘500.
I rosoni delle facciate romaniche e gotiche costituiscono per loro natura un elemento di estrema suggestione e connotazione stilistica la cui realizzazione è legata ad ardite spinte e contrasti al limite della sostenibilità. Nonostante il loro aspetto fragile ed elegante i rosoni venivano realizzati con una tecnica costruttiva che conferiva un alto grado di stabilità al sistema, comprovato dalla loro sostanziale sopravvivenza fino ai nostri giorni.

I lavori di restauro

I lavori, condotti precedentemente al sisma del 2009, testimoniano come gli interventi di restauro costituiscono un momento fondamentale per la salvaguardia e la conservazione preventiva, a condizione che nel corso dell’intervento stesso si considerino e si mettano in atto, con opportune riflessioni e studi specifici, tutte le misure necessarie a garantire un importante miglioramento strutturale.
Il rosone presentava seri problemi di conservazione ed il cedimento di qualche elemento o un ulteriore movimento del nucleo avrebbero potuto portare alla sua espulsione ed al collasso dell’intero sistema.
L’entità, la varietà e la distribuzione dei depositi superficiali avevano reso necessario diversificare e graduare i sistemi di pulitura adattandoli di volta in volta alle situazioni e utilizzando diversi metodi (fisici, chimici e meccanici) spesso in più applicazioni, anche localizzate, e in successione diversa. Dopo aver eseguito il consolidamento delle porzioni che presentavano fenomeni di decoesione e disgregazione, si è potuto procedere al consolidamento strutturale. In alcuni casi, per garantire una maggiore stabilità, sono stati inseriti perni in acciaio filettati, fatti aderire con la resina bicomponente e fissati alle estremità con bulloni alloggiati in apposite sedi. Le profonde mancanze degli elementi costitutivi il rosone sono state reintegrate con l’inserimento di elementi lapidei scolpiti a mano direttamente sul cantiere. Al fine di ridurre l’interferenza visiva delle superfici e restituire l’unità cromatica dei toni d’insieme, particolare cura è stata posta nella ripresentazione estetica a mezzo di leggere velature a base di latte di calce e pigmenti naturali.

Progettazione sistema di sostegno

Una volta eseguito il restauro delle superfici e ricostruita la continuità del “tessuto” lapideo era necessario restituire una sicurezza strutturale generale al rosone. La soluzione consisteva nel fissare il centro visto che un suo ulteriore spostamento avrebbe potuto causarne l’espulsione e di conseguenza il cedimento dell’intero rosone. E’ stata quindi progettata e realizzata una struttura metallica tubolare a raggiera ancorata nello strombo, che, doppiando il rosone ed essendo ad esso collegata con dei tiranti attivi pre-tesi, avrebbe evitato ulteriori spostamenti del nucleo centrale. La forma della struttura, posta tra il rosone e la vetrata interna, è stata studiata in modo che dall’esterno risulti il più possibile discreta per l’osservatore che guardi la facciata dal fondo della piazza. L’intervento è stato supportato da calcoli statici e verifiche strutturali con simulazione di eventi sismici. Ciò è stato possibile grazie alla sinergia tra restauratori specializzati nella realizzazione di strutture e supporti per la conservazione di manufatti artistici, architetti ed ingegneri strutturisti che calcolassero alla luce delle prevedibili sollecitazioni le caratteristiche che avrebbe dovuto avere la struttura di supporto[1].
A distanza di cinque anni, sottoposto al severo collaudo del terremoto del 2009, il rosone della Chiesa di S. Silvestro, nonostante le forti sollecitazioni subite, ha risposto adeguatamente riportando danni molto contenuti.

[1] Pezzuti, M., Sarmati, S., Riccardi, V., Tomasi, C., Serino, C., Iaccarino Iedelson, A.,  X Congresso Nazionale IGIIC – Lo Stato dell’Arte  – Musei Vaticani, 22-14 novembre 2012

 

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