Atri | Teatro comunale

LAVORI DI RESTAURO E STUDIO SPERIMENTALE PER LA METODOLOGIA DI INTERVENTO CONSERVATIVO

Committente: Alta Sorveglianza Soprintendenza Beni Ambientali, Architettonici, Artistici e Storici dell’Abruzzo
Periodo di esecuzione: 1991
Il sipario storico del Teatro comunale di Atri venne commissionato nel 1879 dal Sindaco della città allo scenografo Giacomo Giustino di Napoli mentre una ampia selezione di scene, celetti e quinte rappresentanti vari ambienti ideati da Gabriello Cherubini, furono assegnati a Federico Mancini, anche lui scenografo napoletano.
La scena rappresentata sul sipario, probabilmente riconducibile alla “damnatio memoriae”, vede l’Imperatore Adriano nell’atto di ordinare la distruzione di  documenti antichi di fronte al popolo riunito ed é inserita in una fuga di architetture di una immaginaria Via Sacra, con chiari anche se tardivi intenti neoclassici ed illuministici testimoniati dalla dicitura sul basamento della Lupa Capitolina che recita “RELIQUA VETERA. HS NOVIES. MILL. ABOLITA S.C”.
Ultimato nel 1881 il Sipario misura otto metri e venti per sette e mezzo di altezza ed è realizzato con nove teli verticali cuciti lungo le giunture di tela di sacco grossolana e disomogenea con una trama rada; su questa è stata stesa a pennello a più mani, una preparazione fluida di gesso e colla.
Il dipinto é stato eseguito con una tecnica piuttosto immediata a macchie di colore contrastante, con passaggi tonali rapidi e decisi ed una resa luministica efficace soprattutto ad una certa distanza.  I fondali sono sorretti da un sistema molto rudimentale composto da una asta di legno sulla quale é arrotolata la parte superiore del dipinto rinforzata con strisce di tela e colla e fissata con chiodi.

Peculiarità degli interventi di restauro

L’opera si presentava in uno stato di conservazione disastroso a causa delle infiltrazioni di acqua che, bagnando le tele arrotolate e custodite in depositi inadeguati, avevano provocato notevoli alterazioni cromatiche sulla parte dipinta, decoesione e mancanza della pellicola pittorica oltre a deterioramenti biologici del supporto. Il notevole peso dell’opera, inoltre, aveva prodotto viziature e deformazioni ed il continuo movimento del sipario aveva sollecitato ulteriormente questi punti delicati provocando la disgregazione della preparazione e la relativa caduta del colore. Le toppe di rifodero applicate in vari punti allo scopo di riparare alcune lacerazioni o per rinforzare i bordi del sipario e le traverse in legno,  erano incollate con un adesivo molto rigido che, contraendosi, aveva provocato tensioni e pieghe nella tela originale.
Il restauro, difficoltoso per la tecnica pittorica estremamente povera e fragile, le dimensioni notevoli e il peso del dipinto, è stato occasione di uno studio sperimentale teso ad individuare la metodologia ed i materiali più indicati per la conservazione di opere di grandi dimensioni e destinati ad una fruizione legata al loro utilizzo, come nel caso di un sipario.
La particolare esecuzione del dipinto a tempera molto magra, rendeva la pellicola pittorica particolarmente sensibile a tutti i composti polari ed a molti di quelli apolari, di conseguenza tutte le sostanze proposte per le varie operazioni dovevano essere precedentemente testate anche per controllare se si sarebbero verificate alterazioni dell’indice di rifrazione.
Si è proceduto quindi alle operazioni di restauro utilizzando per la pulitura, il consolidamento della pellicola pittorica e la foderatura, sostanze apolari reversibili e stabili che non producano variazione dell’indice di rifrazione .
Essendo il sipario una tela priva di telaio si doveva studiare un sistema di sospensione che garantisse una corretta conservazione oltre al ripristino del suo utilizzo. Allo scopo di restituire consistenza e solidità al supporto si rendeva necessaria l’applicazione di una tela di rifodero.
Varie tecniche di foderatura sono state valutate e la più adatta é risultata essere quella a BEVA che si è dimostrata molto versatile nella fase esecutiva dell’intervento permettendo di eseguire il lavoro in tempi successivi e controllati restituendo omogeneità alla superficie. La tela di poliestere al 100%, di colore bianco e poco estensibile è stata scelta dopo molte prove di compatibilità tra i vari elementi. Tale sistema di sostegno, molto semplice e basato sulla omogeneità della distribuzione delle tensioni, ha conferito una certa rigidità al supporto, ulteriormente spianato dal peso dell’opera stessa. Se si dovesse rendere necessario, si potrà applicare la doppia fodera in qualunque momento.
Essendo la foderatura a BEVA termosensibile è stata presa una precauzione: i riflettori del teatro sono stati regolati in maniera tale da non puntare mai direttamente sul sipario.

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